Ramoscello d'ulivo
Il periodo di Pasqua coincide anche con il tanto atteso ritorno della primavera, quando la natura si veste di tenero verde e le piante, variamente colorate e profumate, ricominciano a fiorire. Sono molte le piante primaverili, ma alcune di queste rappresentano meglio i simboli della Pasqua.

I CHODI DI GAROFANO
I chiodi di garofano sono una profumata spezia impiegata in campo gastronomico e nella medicina popolare, mentre nel linguaggio dei fiori sono considerati il simbolo vegetale dei chiodi che vennero usati per la crocifissione di Gesù Cristo.

IL GAROFANO ROSSO
chiodi di garofano Il rosso è il colore che simboleggia la passione di Gesù Cristo e la leggenda narra che il garofano rosso sia nato dalle lacrime della Madonna, addolorata per la morte di suo figlio Gesù.

IL GRANO DI PASQUA
Nelle regioni del Meridione d'Italia, un po' in tutte le chiese, si usa che il Giovedì Santo, il giorno del Sepolcro, vengano allestiti i "Giardini di Adone", così sono chiamati in Sicilia i contenitori dei germogli primaticci di grano, che rappresentano la resurrezione della natura dopo l'inverno, insieme alla resurrezione di Gesù Cristo.
In Basilicata sono chiamati "Sepolcri" e i contenitori possono essere anche molto grandi, di varie fogge, anche a forma di croce.
In alcune località, il grano, dopo essere stato benedetto viene riportato a casa e fa bella mostra come centrotavola nel pranzo pasquale.



LA PALMA
La Palma, insieme all'ulivo, è tra le piante che rappresentano la Pasqua. Viene ricordata anche con la Domenica delle Palme, il primo gradino della Settimana Santa.
I primi cristiani ricordavano l'ingresso di Gesù Cristo in Gerusalemme, sulla groppa dell'asinello, mente la folla lo applaudiva agitando rami di palma.
I Greci chiamavano la palma "Phoinix", come l'uccello paradisiaco, la Fenice, che rinasceva miracolosamente dalla proprie ceneri e si nutriva di perle e incenso.
La palma è una pianta solare per eccellenza, con le foglie simili ai raggi del sole. Era il simbolo divino del suo splendore e anche, presso gli antichi Romani, l'emblema della Vittoria, che era chiamata "Dea Palmaris". Sicché, con i rami di palma agitati festosamente, la folla di fedeli acclamava Gesù Messia e Re d'Israele, giunto a liberare il suo popolo.

LA PASSIFLORA
La passiflora è un arbusto rampicante e viene coltivata in America Centro-meridionale.
I frutti della passiflora, maracuja, grandilla e pasionaria, sono bacche e vengono usate per bibite, gelati, confetture e talvolta anche per fare il vino. La passiflora viene coltivata nei climi caldi, non solo per i suoi frutti, ma anche per il suo fiore, chiamato "fiore della Passione", di forma caratteristica. Il suo nome deriva dal fatto che i filamenti del fiore ricordano la corona di spine portata da Gesù Cristo.
Nel linguaggio dei fiori la passiflora rappresenta la passione: la leggenda narra che questa pianta raccolse una goccia di sangue di Gesù flagellato sulla croce conservandolo nel proprio calice, infatti, nel fiore sembra che ci siano le spine della corona che aveva cinto il capo del Cristo, i chiodi della croce, la spugna e il martello usato per la crocifissione.

PIOPPO
Il pioppo, nel linguaggio dei fiori, indica il timore e mai simbolo floreale è stato più indicato. La leggenda narra che i soldati romani scelsero il legno di pioppo per fare la croce di Gesù. L'albero fu orgoglioso e drizzò i suoi rami, ma il Signore lo maledì e lo condannò a tremare in eterno ad ogni soffio di vento, che è proprio la caratteristica dell'albero di pioppo.



L'ULIVO
ramoscello ulivo L'ulivo celebra e simboleggia la pace sin dall'antichità ed è tra le piante più rappresentative della spiritualità delle festività pasquali.
In alcune località, nell'ultima domenica di Quaresima, si usa organizzare delle gite fuori porta per andare a prendere rametti di ulivo che vengono portati in chiesa la Domenica delle Palme, per essere benedetti. I rametti di ulivo benedetti, adornati con fiocchetti e spesso colorati d'argento o dorati, sono usati come scambio di doni, messaggeri di pace e protezione, e vengono appesi nelle case.
Antiche testimonianze storiche descrivono la coltivazione dell'ulivo in tutta l'area Mediterranea fin dall'età del Bronzo. Nell'antica Grecia l'ulivo, forte e vigoroso, era sacro alla dea Atena e venne eretto un tempio per custodire gelosamente quest'albero, che riuscì a resistere all'incendio dell'Acropoli, che era stata data alle fiamme dai Persiani.
Due giorni dopo l'incendio gli Ateniesi salirono al tempio e videro un virgulto spuntare dal ceppo carbonizzato e lo considerano un segno degli dei. Da quel momento l'albero, un olivo argenteo, fu consacrato alla dea e anche alla città, quale simbolo della purezza e della pace e guai a chi ne bruciasse il legno o ne danneggiasse i tronchi.
L'olivo divenne il simbolo della pace e della prosperità dei popoli, pianta da offrire ai vincitori delle grandi gare atletiche, equestri e musicali che si celebravano durante le feste Panatenaiche, che si svolgevano ad Atene ogni quattro anni, in onore della dea protettrice Atena.
Dai suoi rami era stata preparata la prima corona, simbolo della vittoria, che fu posta sul capo di Eracle, e cioè Ercole, il mitico iniziatore dei giochi olimpici. Tutte le altre corone venivano confezionate con i rami del sacro ulivo, che erano recisi da un giovane greco, con un falcetto d'oro.
Gli atleti premiati venivano scortati da una processione danzante e applauditi da una folla che li copriva di foglie d'olivo.
Il sacro e poderoso ulivo fu anche lasciato dagli dei ai mortali, sugli aridi monti della Grecia, perché ne utilizzassero la prodigiosa foglia argentea e taumaturgica, farmaco della vita e alimento del cuore e perché dal suo frutto si ricavasse il nobile e utile succo, considerato il farmaco dell'eterna giovinezza.
In Italia la lunga storia dell'ulivo si intreccia con la storia della penisola, infatti in diverse regioni è molto estesa la coltivazione delle piante di ulivi, che rendono le campagne dolci paesaggi, punteggiati da antichi ulivi.
E' proprio in Italia che si trova il più antico ulivo d'Europa: è nato nelle campagne circostanti Canneto Sabino nel Lazio, (pare) oltre due mila anni fa. Canneto è una frazione di Fara in Sabina, in provincia di Rieti. Il vecchio ulivo è alto sette metri e largo due ed è un vero monumento, uno spettacolo incomparabile della natura.
Sempre in Lazio, a Castelnuovo di Farfa, si trova il "Giardino degli Ulivi del Mondo", che cresce intorno alla Chiesa di San Donato. Nel singolare giardino vengono ospitate le diverse varietà di ulivi coltivate nell'area del Mediterraneo e che accoglie anche un ulivo dell'Orto del Getsemani.
Una corona di rami di ulivo è presente anche nello stemma che rappresenta la Nazione Italiana, ad indicare il simbolo di pace: è appoggiato sullo sfondo di una ruota dentata che simboleggia il lavoro e sull'altro lato si trova una corona di rami di quercia, che è il simbolo della forza.