La Pasqua, che in lingua ebraica è "Pesah", è una della principali feste ebraiche, come spiega l'Antico Testamento, continuata dal cristianesimo sia pure con diversa interpretazione. Tutti gli elementi che formano il rito pasquale hanno subito delle variazioni durante il corso della lunga storia. Si possono considerare stabili il valore della festa e il giorno della sua celebrazione, che sono stati fissati intorno al VI secolo avanti Cristo.
La ricorrenza della Pasqua trae origine dal popolo ebraico e coincideva con l'inizio della primavera, calcolando la data sul corso della luna. Le celebrazioni iniziavano il plenilunio del primo mese lunare dopo l'equinozio primaverile.
Rito memoriale, che è ancora vivo adesso, dove si rammenta l'intervento liberatore di Dio. "Pesach" significa infatti "passare oltre", in ricordo della notte in cui il Signore passò sopra le case degli Ebrei in Egitto, contrassegnate dal sangue dell'agnello sacrificato, risparmiandone i figli maschi. Il rito risale ad una arcaica celebrazione familiare con la quale i pastori solennizzano il rinnovamento del cosmo a primavera, durante la notte di plenilunio precedente la partenza per i pascoli estivi. Secondo quel rito, al chiaro di luna venivano immolati i primi nati del gregge, il cui sangue veniva sparso sulle abitazioni e sugli animali, per proteggere le famiglie e le greggi dalle calamità e assicurarne la fecondità. La carne degli agnelli sacrificati veniva consumata in un pasto rituale.
Il significato della Pasqua, come è attestato storicamente, è il ricordo della fuga dall'Egitto e la celebrazione delle meraviglie compiute da Dio in favore del suo popolo. Questa festa era stata celebrata anche alla vigilia della partenza del popolo ebraico dall'Egitto. Arricchì la memoria di quell'evento il passaggio del Mar Rosso, la liberazione dalla schiavitù segnando l'inizio del viaggio verso la Terra Promessa: "...in quella notte Io passerò per il paese d'Egitto e colpirò ogni primogenito, uomo o bestia, così farò giustizia di tutti gli dei d'Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue passerò oltre, non vi sarà per voi flagello o sterminio quando io colpirò il paese d'Egitto. Questo giorno sia per voi un memoriale e lo celebrerete come festa del Signore, di generazione in generazione ".
Nel corso degli anni si sono aggiunti altri memoriali alla festa del Signore del popolo ebraico, e cioè l'ingresso nella Terra Promessa, la presa di possesso dei suoi beni, l'istituzione del culto e l'erezione del santuario, il coronamento della riforma di Ezechia, il rinnovamento dell'alleanza in seguito al ritrovamento della Legge, il ritorno dall'esilio e la ricostruzione del popolo ebraico. La Pasqua ebraica è in pratica il compendio e la ricapitolazione di tutta la storia della salvezza del popolo ebraico, lo schema interpretativo degli interventi di Dio a favore del suo popolo.
La tradizione della Pasqua ebraica è stata continuata dal cristianesimo, infatti, sia pure con alcune interpretazioni diverse, la corrispondenza degli elementi cristiani con le figure del Primo testamento è puntuale, eccetto che per la resurrezione, la quale rappresenta la novità della Pasqua cristiana rispetto a quelle ebraica.