Le celebrazioni pasquali sono precedute dal tempo di Quaresima. Il nome viene dal latino "Quadragesima", che significa "quarantesimo giorno". Nonostante il nome la Quaresima non è di quaranta giorni, ma di 38, poiché sono escluse le domeniche, perché non sono calcolate come giorno di penitenza. Nel Rito Ambrosiano la Quaresima dura invece 34 giorni, perché ha inizio con il lunedì successivo alla prima domenica di Quaresima del Rito Romano.
Il periodo di Quaresima, nel Rito Romano, inizia con il Mercoledì delle Ceneri e dura fino al tramonto del Giovedì Santo, prima della Messa "in Coena Domini", ed è in ricordo del tempo trascorso da Gesù Cristo nel deserto.
La Quaresima è quindi il periodo liturgico di preparazione spirituale alla Pasqua cristiana, ed è di carattere penitenziale con la confessione, le opere di carità, un periodo adatto per gli esercizi spirituali e le liturgie, in particolare la Via Crucis.
Tra le altre liturgie contemplate durante la prima settimana di Quaresima, nella Chiesa Greca viene cantato un antico inno penitenziale chiamato "Gran Canone", che è stato scritto da Sant'Andrea di Creta, un poeta e scrittore bizantino di Damasco, vissuto nella seconda metà del 600. Il solenne inno, il più celebre e famoso di Sant'Andrea, è composto da duecentocinquanta strofe, suddivise in quattro sezioni.
La Quaresima è anche, e soprattutto, il tempo di conversione, cioè di cambiamento nella mentalità e nel comportamento. Tra gli altri esercizi spirituali contemplati c'è il digiuno, previsto come precetto per il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. Si attribuisce al Pontefice San Telesforo, che ha pontificato dal 125 al 136, l'istituzione del digiuno durante il periodo quaresimale.
IL MERCOLEDI' DELLE CENERI
Il Mercoledì delle Ceneri, secondo il rito romano, segna la fine delle celebrazioni carnevalesche e l'inizio della Quaresima. Le prime testimonianze sul Mercoledì delle Ceneri risalgono al X secolo. Le ceneri, dopo essere state benedette, venivano imposte ai soli penitenti che, ricevuta la penitenza dal Vescovo, attendevano il giorno della riconciliazione vestiti di sacco, in modo quindi evidente. In seguito, venendo meno l'usanza della penitenza pubblica, la Chiesa estese il rito a tutti i credenti, per ricordare il comune destino mortale e umiliarne così l'orgoglio.
Le ceneri, secondo la tradizione, si devono ricavare dai rami di ulivo che sono stati benedetti l'anno precedente, nella Domenica delle Palme. Il sacerdote le benedice in un vasetto sopra l'altare e quindi le impone, prima a se stesso e poi a tutti i fedeli, pronunciando la formula tradizionale "Ricordati, uomo, che sei polvere e polvere ritornerai".
LA BENEDIZIONE DEI RAMETTI DI ULIVO
In alcune località italiane l'ultima domenica di Quaresima è dedicata ad una gita per andare a prendere rametti di ulivo e di palme, che vengono portati in chiesa la domenica che precede la Pasqua, chiamata la Domenica delle Palme, per essere benedetti. I rametti di ulivo vengono adornati con nastrini e a volte colorati d'argento, le palme vengono intrecciate nei modi più svariati e sono oggetti di dono beneaugurante nelle festività pasquali.
LA SFILATA DI MEZZA QUARESIMA DI BERGAMO
A Bergamo nella prima domenica dopo l'equinozio di primavera, il 21 marzo, si svolge una sfilata chiamata "di Mezza Quaresima". Si interrompe il periodo di Quaresima per festeggiare l'arrivo della primavera.
IL DOLCE DELLA QUARESIMA
Nella zona del Pavese, in Lombardia, durante il periodo della Quaresima, tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile, viene preparato un dolce a forma di pesce, lungo circa un metro e del peso di 15 chili, farcito, dal gusto molto ricco. E' un dolce caratteristico, di cui non si conosce l'origine precisa, probabilmente nasce dalla volontà di un messaggio augurale alla vigilia delle feste di primavera.
Il "pesce" è preparato con il pan di Spagna, confettura di albicocche, mandorle, cedro candito, rhum e pasta di mandorle. Si prepara tagliando il pan di Spagna in tre strati, imbevendolo con il rhum, viene spalmata sopra la confettura in ogni strato. Viene data la forma di pesce e ricoperto di pasta di mandorle. Le pinne e lo squame del pesce sono realizzati con decori di cedro e la bocca e i denti con le mandorle pelate. Il Pesce di Aprile normalmente viene venduto in tranci.
LA FESTA DI MEZZA QUARESIMA DI PACIANO
A Paciano, un piccolo comune della provincia di Perugia, si svolge una tradizionale festa che sta scomparendo: è la festa di "Sega la Vecchia", che segue un'antica rappresentazione durante la quale due "segantini", ovvero taglialegna, contrattano con il padrone del bosco il prezzo della vecchia-quercia e si accordano. I Segantini abbattono la quercia, che è anche una vecchia, e iniziano a sfrondarla mentre sopraggiunge il marito della vecchia, che riconosce nell'albero appena abbattuto la propria moglie. Si susseguono interventi burleschi di personaggi come il prete, il medico, il maresciallo dei carabinieri, eccetera. Alla fine, quando la vecchia è stata data per morta da tutti, si rialza e inizia a ballare freneticamente con il marito al suono della musica della fisarmonica. E' una rappresentazione grottesca e farsesca, che si svolge nel periodo di metà Quaresima.
LA PROCESSIONE DELLE PALME
Nella centrale piazza Umberto I di Grottazzolina, un piccolo borgo in provincia di Ascoli Piceno, si svolge la "Processione delle Palme". Una antico rito al temine del quale le palme vengono benedette.
LA DOMENICA DELLE PALME
Al centro delle celebrazioni pasquali si pone la settimana compresa fra la Domenica delle Palme e quella della Resurrezione. La domenica delle Palme è vertice del triduo pasquale e dunque di tutta la vita e la liturgia cristiana. La Domenica delle Palme è il primo gradino della Settimana Santa, in questa giornata i primi cristiani ricordavano l'ingresso di Gesù Cristo sulla groppa dell'asinello a Gerusalemme, mentre un tripudio di folla lo applaudiva, agitando festosamente rami di palma.
LA SETTIMANA DOPO LA PASQUA, LA DOMENICA IN ALIBIS
La settimana che segue la Pasqua è chiamata "in albis", un termine latino che, nel linguaggio ecclesiastico, sta a significare "in bianche vesti", sottintendendo il sostantivo "vestibus". Nella settimana seguente alla Pasqua e nella Domenica in Albis, i neofiti vestivano di bianco, a significare l'innocenza battesimale.